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"Brescia Selvaggia": il documentario sullo zoo di Brescia esce al cinema e in tv
14:53 martedě, 10 dicembre 2024
"Brescia Selvaggia": il documentario sullo zoo di Brescia esce al cinema e in tv

14:53 martedě, 10 dicembre 2024

Realizzato dal regista bresciano Matteo Berta sarà mercoledì 11 dicembre al Nuovo Cinema Eden alle 18.30 e il 14 alle 20.30 su Teletutto.

Il documentario «Brescia Selvaggia» esce al cinema e in tv. L’anteprima al Nuovo Eden mercoledì 11 dicembre è gratuita, prenotandosi sul sito di Brescia Musei. La prima visione in tv, invece, sarà giorni dopo, il 14 dicembre su Teletutto. Il documentario no-profit che porta la firma del regista bresciano Matteo Berta, racconta la storia affascinante e non sempre conosciuta del giardino zoologico del castello di Brescia, attivo nel XX secolo e chiuso definitivamente nel 1988.

Realizzato dalla famiglia Berta, nota anche per l’attività di antiquariato «La Bottega di Berta» di Borgosatollo, intende esplorare il rapporto tra la comunità bresciana e il mondo animale, con lo zoo come emblema della relazione.

Attraverso materiali d'archivio, interviste esclusive e ricostruzioni storiche, il documentario analizza come gli animali siano stati visti e trattati nella Brescia del Novecento. Il racconto offrirà uno sguardo critico ed emozionante su questa realtà, evidenziando sia gli aspetti positivi sia quelli controversi della presenza dello zoo.

«Brescia Selvaggia» ambisce a stimolare una riflessione profonda sulla relazione tra uomo e animali, esplorando implicazioni culturali, storiche ed etiche.

Tante le voci nella pellicola: quelle dei custodi come Vincenzo Bolpagni, quella di Roberto Boni – figlio di Bruno Boni, il sindaco che volle la riapertura dello zoo nel 1955 - quelle degli amministratori come Laura Castelletti e Paolo Corsini. E quelle di tanti cittadini bresciani. 

Al cinema e in tv

L’uscita del documentario è programmata per mercoledì l'11 dicembre in anteprima al Nuovo Cinema Eden alle 18.30. La partecipazione è gratuita, su prenotazione per la cittadinanza (per partecipare prenotarsi sul sito bresciamusei.com). La prima visione in televisione sarà il 14 dicembre alle 20.30 su Teletutto.

«Brescia Selvaggia» racconta lo zoo in Castello

È stato girato da Matteo Berta «per parlare delle due facce della stessa medaglia, idilliaca per chi ci lavorava, decadente per chi lo visitava».

Si fa fatica persino a immaginarlo, uno scimpanzè scorrazzare per il centro di Brescia. Ma negli anni Settanta tutto era possibile. E un innamorato «Calimero» scese per il Cidneo per fare una passeggiata indisturbato. Arrivò persino in piazza Vittoria, poi fu catturato in una villetta di via Pusterla.

Un altro giorno di quegli anni strani un uomo si presentò in ospedale con una ferita da pantera. Il dottore non volle credergli. Ma lui era uno dei custodi e l’animale l’aveva colpito davvero.

Con papà, la domenica

I meno giovani lo ricordano: la domenica i bambini, spesso accompagnati dai padri, mentre le madri preparavano il pranzo della festa, salivano in castello per andare allo zoo. A Brescia. Una giraffa, uno scimpanzé, un elefante. E poi cerbiatti, leoni, pantere. Sono istantanee coperte da una patina di polvere, eppure ancora nitide.

Sono trascorsi 36 anni dalla chiusura definitiva dello zoo di Brescia e la sua memoria si fa sempre più fragile. Per qualcuno per fortuna, per altri no. Ma il documentario «Brescia Selvaggia», diretto da Matteo Berta, ha l’ambizione di restituire dignità storica al trascurato giardino zoologico, che ha accompagnato la vita della città per buona parte del XX secolo. In uscita a Natale, il documentario indaga il rapporto complesso e intrinseco tra gli abitanti di Brescia e il regno animale. E lo fa attraverso immagini d’archivio, alcune delle quali inedite, attraverso interviste e ricostruzioni storiche.

Circa 80 minuti di certosino lavoro, anche documentale – grazie agli archivi del Giornale di Brescia, di Teletutto e di privati bresciani. «Ma tutto è partito dai racconti dei miei genitori, che mi descrivevano un luogo decadente ma anche pieno di fascino – spiega il regista -. Ho iniziato a scavare a fondo, a fare ricerche e ho pensato che fosse un buon momento per fare un film». E l’idea di partenza di Berta era «raccontare le due facce della stessa medaglia: una idilliaca da parte di chi lavorava nello zoo, una decadente per chi lo visitava.

Negli anni Ottanta il giardino zoologico ormai cozzava con la sensibilità animalista di quegli anni. Ma volevo anche narrare del Castello come storico luogo di conoscenza scientifica e culturale. Spero e penso di essere riuscito a raccontare tutti questi aspetti in maniera equilibrata, senza prendere una posizione».

Tante voci, tante storie

Così Berta aggiunge al composito mosaico della storia della città un altro tassello. Che finora mancava. E sono tante le vicende clamorose di quegli anni narrate nel docufilm. Non solo la fuga dello scimpanzé «Calimero», ma anche la notte della morte dell’elefantessa con la veglia del custode che non l’abbandona fino all’ultimo sospiro. Ma ci sono anche le proteste dei Verdi incatenati in Castello. Le storie più toccanti però sono proprio quelle dei custodi del giardino zoologico, talmente affezionati ai loro animali da vivere insieme a loro, così legati ad essi da rendersi partecipi di pratiche di eutanasia.

Tante le voci nella pellicola: quelle dei custodi come Vincenzo Bolpagni, quella di Roberto Boni – figlio di Bruno Boni, il sindaco che volle la riapertura dello zoo nel 1955 - quelle degli amministratori come Laura Castelletti e Paolo Corsini. E quelle di tanti cittadini bresciani. Il documentario, che sarà presentato ufficialmente e in anteprima su Teletutto, è nella fase finale del montaggio.

Ma il regista ha già le idee chiare sul sottotitolo di «Brescia Selvaggia»: sarà «Oltre le mura. Una storia da scoprire». Oltre le mura del castello ma anche oltre quelle ideologiche, oltre le mura delle diverse posizioni che hanno diviso la comunità. Un’operazione storiografica che promette di far discutere e di suscitare interesse nei prossimi mesi.