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McCartney, il favoloso ex Beatles compie 80 anni: "Perfezionista che ripaga di tutto"
15:25 giovedě, 16 giugno 2022
McCartney, il favoloso ex Beatles compie 80 anni: "Perfezionista che ripaga di tutto"

15:25 giovedě, 16 giugno 2022

3, 2, 1... e Paul McCartney spegnerà 80 candeline. È iniziato il conto alla rovescia per il compleanno in cifra tonda del leggendario baronetto che si celebrerà sabato prossimo, 18 giugno.

E allora viene in mente la docu-serie di Disney+ (appunto «McCartney 3,2,1», in streaming dall’estate scorsa) nella quale l’ex membro dei Beatles si è messo parzialmente a nudo. Anche se, sotto il profilo dell’aneddottica, delle rivelazioni, dei conti fatti con la propria favolosa carriera e con la propria vorticosa esistenza, vale probabilmente assai di più «The Lyrics. Parole e ricordi dal 1956 a oggi», monumentale monografia pubblicata da Rizzoli in due volumi nel novembre 2021 e curata personalmente dall’ex Beatles insieme al poeta nordirlandese Paul Muldoon (quindi tradotta in italiano dal bresciano Franco Zanetti con Luca Perasi).

È stato infatti lo stesso Paul a dichiarare come partire dalle canzoni sia il modo giusto per entrare in sintonia con il suo mondo: «Alcune persone, quando arrivano a una certa età - ha argomentato - ricorrono a un diario per ricordare giorno per giorno il loro passato, ma io non ho taccuini di tale genere. Quel che ho sono le mie canzoni, centinaia, che svolgono la stessa funzione». Attualmente McCartney è in tournée negli Stati Uniti, ma rientrerà presto in Europa, considerato che il 25 giugno è atteso sul palco di Glastonbury, il più celebre festival musicale del Vecchio Continente; e viene dato in forma smagliante da chi ha avuto modo di assistere ai suoi show recenti.

Il rezzatese riferimento di McCartney in Italia

Ci conferma la cosa Adolfo Galli - il rezzatese che ha organizzato con la sua DeG tutti i live italiani di Sir Paul a partire dal 1989 - con un riferimento indiretto e uno diretto: «Mia figlia era in America per lavoro e in principio di maggio ha partecipato al live di Seattle. È rimasta a bocca aperta, sia per la performance in sé, tiratissima, sia per la durata, di due ore e mezza. Poiché Natascia ha precisi termini di paragone precedenti, ne deduco che Macca non ha davvero perso un colpo. D’altronde, io stesso ho visto alcune registrazioni, e ne ho ricavato la stessa impressione».

Il promoter rezzatese aggiunge: «Non che il dato mi stupisca, ad ogni modo. McCartney è un perfezionista, che affronta il palco con grande preparazione e conseguente efficacia. Inoltre cura tantissimo la voce, con un allenatore dedicato e trattamenti naturali che attenuano le conseguenze dello stress a cui è sottoposta durante i lunghi tour, nell’economia dei quali ci possono anche stare momenti di flessione. Ma con lui, gli standard restano costantemente altissimi. L’ultimo concerto a cui ho assistito personalmente - prosegue - è stato a Cracovia appena prima della pandemia, e posso garantire che canta i pezzi di Beatles e Wings con le stesse tonalità originarie, con una voce di immutata limpidezza: è portentoso».

Infine precisa: «Dimentichiamo le performance casalinghe che hanno circolato durante la pandemia. Quelle servivano per mantenersi in connessione con i fan e non vanno valutate sotto il profilo tecnico. Dopo una sosta, anche artisti più giovani hanno avuto bisogno di lunghi rodaggi prima di smaltire la ruggine. A lui è bastato poco per ritrovare smalto».

Come nacque il legame tra Galli e Paul

Non sappiamo se, dopo che è saltato a causa dell’emergenza sanitaria il concerto previsto a Lucca nel 2020, vedremo nuovamente McCartney in Italia. Noi ci facciamo comunque raccontare da Galli come nacque il legame ultratrentennale che lo ha portato a organizzare, insieme al socio Mimmo D’Alessandro, una dozzina di appuntamenti targati PMcC in diverse location nazionali (Milano, Roma, Bologna, Firenze, Verona). «È stato merito del grande promoter Barrie Marshall - ricorda -, con cui collaboravo fin dal 1985, per la Mahavisnu Orchestra. Il rapporto si consolidò con altri artisti che seguiva, tipo Whitney Houston e George Michael, sempre con risultati soddisfacenti. Ma rimasi egualmente stupito quando nel 1989 mi chiamò e, dopo avermi reso noto che avrebbe seguito il tour di Macca, mi disse "Tu sarai il mio uomo per l’Italia". È andata proprio così: non ho nemmeno fatto un’offerta (come di regola in queste occasioni, ndr); sono stato cooptato da Barrie, che ha visto in me potenzialità che forse nemmeno io immaginavo... Facemmo due date a Milano, al Palatrussardi, e due al PalaEur di Roma, nell’ottobre di quell’anno: un dono inatteso, reso ancora più straordinario dal fatto che McCartney non veniva in Italia dal concerto veneziano con i Wings, nel 1976».

«Da allora - conclude Galli - ogni volta che è tornato, siamo stati i suoi referenti: è molto esigente, ma lavorare con lui è un’esperienza che ripaga di ogni sacrificio».