Brescia: il bello e il brutto di giocarsi tutto in una partita - news - Radiobresciasette
ON AIR
Buongiorno Brescia
Ettore Ravelli
NEWS
Brescia: il bello e il brutto di giocarsi tutto in una partita
19:34 lunedì, 15 maggio 2023
Brescia: il bello e il brutto di giocarsi tutto in una partita

19:34 lunedì, 15 maggio 2023

«Quanto manca a venerdì sera?». Qualsiasi tifoso del Brescia ha già iniziato a ripetere e a ripetersi questa domanda da sabato pomeriggio. Perché c’è stato un momento della stagione (giusto l’inizio) in cui si guardava a Palermo, ultima tappa della stagione regolare, come meta per festeggiare qualcosa di incredibile.

Sogno molto presto svanito, per lasciare invece spazio alla paura di dover affrontare inutilmente il viaggio in Sicilia, già condannati da un verdetto dal sapore amarissimo. Il pareggio contro il Pisa (a proposito di bocconi amari...) ha dato il quadro definitivo: il Brescia al Barbera venerdì sera ci deve andare per centrare i play out e allo stesso tempo evitare la retrocessione in serie C. Attesa, ansia, paura di non farcela, ottimismo a mille: prepariamoci, perché tutto ciò lo vivremo in un mix di sensazioni a tinte biancazzurre.

E siccome, come da tradizione, ogni tifoso del Brescia sarà a sua volta circondato da ottimisti e pessimisti (proprio del tipo «Ce la facciamo, ce la facciamo», «Non ce la facciamo, non ce la facciamo») abbiamo provato a trovare tre motivi che fanno ben sperare, e altri che sinceramente un po’ le gambe le fanno tremare. Perché tanto da qui a venerdì tempo per pensare a Palermo-Brescia ne avremo fin troppo...

Perché sì

1) La voglia di cercare il risultato anche dopo il pareggio

L’1-1 contro il Pisa rischia davvero di diventare uno dei crocevia della stagione. Il Brescia non ha avuto la forza, come col Cosenza, di trovare la seconda rete dopo il vantaggio. Anche perché il Pisa è avversario di altra caratura. E ad un certo punto non è stata del tutto una sorpresa la rete di Masucci.

In quel momento però le rondinelle, con parecchi giocatori in riserva di energie, di benzina extra ne hanno invece trovata. Senza più rischiare nulla, ma avendo anzi la forza di stazionare nei pressi dell’area toscana. Con scarso costrutto, è vero, ma segno evidente di una squadra vogliosa di crederci, che rispetto al passato non crolla psicologicamente.

2) L’ottimismo del capitano

Dimitri Bisoli non è stato solo l’autore della rete contro il Pisa e in generale il migliore in campo, ma anche il capitano che serve ora, in campo e fuori. Quello che trascina compagni e pubblico, quello che dopo il pari arriva davanti ai microfoni e dice che «sì, la salvezza il Brescia la porterà a casa». Spavalderia? In questi momenti serve anche quella, piuttosto che dare l’impressione di essere già vittime sacrificali.

3) Avere il destino nelle proprie mani

 Sembra poco, ma per come si erano messe le cose nei mesi scorsi, diventa quasi un lusso. Pensare che sarà facile è follia, ma il Brescia a Palermo sa che con un punto andrà ai play out. E tanto deve bastare a stimolare tutti a dovere.

Perché no

1) Ambiente e pressione

Lo abbiamo appena scritto, credere che a Palermo sarà una passeggiata è da matti. I rosanero di Corini si giocano i play off, lo stadio sarà pieno e pronto a trascinarli. Il Brescia deve aspettarsi una bolgia e dovrà saperla gestire, «digerire», magari zittire con una grande prova.

2) Mancanza di «peso» degli attaccanti

Non andiamo a scoprirlo a una giornata dalla fine del campionato perché lo abbiamo detto e ridetto da mesi, ma è ovvio che in una gara da dentro o fuori anche un attaccante vero può fare la differenza. E a Gastaldello manca. Nelle ultime sei gare il Brescia ha trovato otto gol di cui, per venire alle punte, due di Ayé che però non si è visto con Parma e Pisa, uno con Adryan il quale ha un’autonomia di un’ora o poco più, uno con Olzer che è infortunato e uno con Rodriguez, forse il più in forma. Può essere un problema? Sì.

3) Mancanza di esperienza

In molti della rosa biancazzurra, allenatore compreso, non si sono mai trovati davanti ad una gara come quella di venerdì, in cui in 90 minuti ti giochi tutta una stagione. Significa quindi, soprattutto a livello mentale (che poi influisce anche sui muscoli), trovare il modo migliore per gestire tutte le emozioni che arriveranno dall’interno e dall’esterno.

E così si torna al punto di partenza: «Quanto manca a venerdì sera?».