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Cinema, i film in lingua originale piacciono anche a Brescia
15:53 lunedì, 24 marzo 2025
Cinema, i film in lingua originale piacciono anche a Brescia

15:53 lunedì, 24 marzo 2025

Nelle sale del Regno del Cinema e al Nuovo Eden sono sempre più gli spettacoli in versione originale sottotitolata: un fenomeno dovuto alle nuove generazioni e allo streaming, tra le altre cose.

Chi frequenta abitualmente i cinema bresciani lo avrà notato: negli ultimi anni in cartellone sono iniziati a comparire sempre più spettacoli con la dicitura «o.v.», ovvero «original version». Non indica la qualità visiva o un diverso taglio di montaggio voluto dal regista (come nelle altrettanto ricercate «director’s cut»), ma una proiezione in lingua originale sottotitolata in italiano, che sia inglese o un altro idioma. La proposta non riguarda solo il cinema d’autore protagonista delle rassegne al Sociale o al Nuovo Eden, ma anche film blockbuster e grandi eventi in programmazione alla multisala Oz. La maggior disponibilità dei film in lingua originale è dovuta ad un cambiamento recente delle abitudini del pubblico, ma anche ad un naturale ricambio generazionale e culturale in atto.

Regno del Cinema

Per cominciare a inquadrare il fenomeno, un po’ di numeri del circuito il Regno del Cinema, che oltre alla multisala Oz e al monosala Sociale da un anno ha riaperto anche il Moretto, rendendolo il primo cinema boutique italiano, che propone un ricercato mix tra film d’autore e commerciali. Nel suo primo anno di attività, su 239 film proiettati 68 sono stati in programmazione anche in lingua originale; in totale, sono stati quindi circa 300 gli spettacoli in o.v., su 6.455 durante l’anno.

Il Multisala OZ non è da meno e ogni settimana propone in lingua alcuni dei titoli più in vista del momento, come cinecomic Marvel, film di grandi registi o titoli protagonisti della stagione dei premi («Anora», «Wicked», solo per citare gli ultimi). Non solo: la multisala ha ormai integrato nella sua programmazione una rassegna di eventi e anteprime che vadano a soddisfare il bisogno del pubblico per questo genere di esperienza, proponendo live-streaming con le interviste agli ospiti presenti a Roma e a seguire lo spettacolo in lingua, come fatto di recente con «Emilia Pèrez». Caso a parte sono gli eventi anime, che pur essendo in giapponese spesso attirano più pubblico di quelli doppiati.

Nuovo Eden

I numeri sono ancora più netti per quanto riguarda il Nuovo Eden, come ci conferma il direttore di Fondazione Brescia Musei, Stefano Karadjov. La programmazione prevede che ogni film abbia almeno due spettacoli in o.v., mentre nel caso dei film restaurati viene proposta solo la lingua originale.

Su 35 proiezioni in media alla settimana, circa 10-12 sono originali per una quota del 35%. L’ente inoltre sottolinea che per i 10.000 ragazzi che partecipano al programma cinema per le scuole viene sempre proposta la proiezione originale, ma spesso per motivi di natura tematica e sociale e non linguistica sono gli insegnanti stessi a richiedere quella doppiata.

Cause del trend

Ma a cosa è dovuto questo boom di film in lingua originale nelle sale cittadine? Il responsabile del circuito il Regno del Cinema, Tomaso Quilleri, e il direttore Karadjov concordano sommariamente su cosa abbia scatenato la domanda: «Penso sia dovuto a un cambio di abitudini del pubblico – dice Quilleri – che è stato secondo me molto influenzato dalle piattaforme. I giovani si sono abituati a fruire del prodotto internazionale sottotitolato. Evidentemente è un’abitudine dei più giovani e che porta a ricercare il prodotto di un certo tipo, di qualità, impegnato. C’è più familiarità con la lingua inglese, ma noi al Moretto facciamo spettacoli in lingua originale di tutti i film che escono».

«La domanda è cresciuta nel tempo – fa eco Karadjov –  Secondo me in modo inesorabile, non si interromperà il trend. Una parte della risposta è legata al tipo di esigenza del pubblico, costruite da un tipo di esperienza culturale polimorfa rispetto ad alcuni decenni fa, frutto di esperienze internazionali, viaggi... La generazione low cost ha 30 anni di vita, è stata all’estero, ma anche lo streaming prima abusivo e poi quello legale e ufficiale hanno cresciuto un pubblico che si aspetta una qualità in lingua originale. Non è però l’idioma a comandare: un film in iraniano va bene per il film stesso, non per la lingua».

Futuro

Dove i due pareri divergono in parte è invece sulle prospettive future. Detto che ora le sale si stanno adeguando a questo nuovo pubblico più affine con le lingue straniere e disposti a impegnarsi mentalmente durante la proiezione di un film, questo trend dove potrà arrivare? E il doppiaggio è davvero in pericolo (non solo per i rischi dovuti all’uso delle intelligenze artificiali)?

«Andrà progressivamente aumentando – è il parere di Quilleri – Brescia, pur essendo una città ricettiva, è di provincia: Milano ha una tendenza a questo tipo di prodotto più spiccata e forte. Al Colosseo di Milano il film “The Substance” ha performato alla fine della programmazione molto più in inglese che in italiano. A Brescia non è ancora possibile, va sempre fornita un’alternativa o creati appuntamenti evento, per un pubblico più âgé, non abituato a questo tipo di fruizione». E per il responsabile del Regno del Cinema la fine del doppiaggio non è così impensabile: «Credo di sì, penso che in Italia il procedimento sia più lento per una storica familiarità con la lingua inglese inferiore rispetto ad altri Paesi, e da una scuola straordinaria di doppiaggio, professionalità che il mondo ci ha invidiato. Questa scuola però ha costi elevati e il pubblico però cerca sempre prodotti diversi. Il combinato disposto delle due cose determinerà forse che il doppiaggio verrà meno».

Parere opposto invece per il direttore di Brescia Musei: «Io mi auguro il doppiaggio non finisca. Resta un settore di eccellenza, non vedo perché una delle due cose debba soffocare l’altra. L’offerta culturale è additiva, non sottrattiva. Basti pensare agli ebook, che non hanno fatto morire la lettura. Bisogna innovarsi, chiaramente. Non penso però ci sia un margine per un aumento ulteriore dell’offerta: il cinema rimane un genere di svago e piacere, fin quando la comunità non sarà bilingue (ma non siamo l’Olanda o il Belgio) non supereremo queste soglie».