16:52 mercoledì, 13 novembre 2024
Sul palco il cantante lumezzanese si è dimostrato bello e fragile: nel duello con Mew ha vinto quest’ultima, forse anche per la maggior notorietà.
«È stato bello. Con questa canzone mi sono messo in gioco più di quanto abbia mai fatto con altri brani». In queste parole c’è tutta l’umanità di Sidy Casse, nonostante la precoce eliminazione a «Sanremo Giovani».
In onda su Rai 2, la «cabala» ha portato infatti il bresciano – originario del Senegal, ma residente sin da piccolo a Lumezzane – a scontrarsi in un duello testa a testa con Mew. E nella sconfitta per mano univoca di una giuria di 7 esperti pesa, forse, la maggior notorietà della sfidante, considerata – al pari di Mannariello, Alex Wyse e altri – una sorta di testa di serie per le alte valutazioni ottenute dai giurati durante le fasi preliminari del concorso, a cui hanno partecipato 564 candidati.
Considerazioni numeriche a parte, il 26enne nostrano si è dimostrato bello e fragile sul palco della Sala A di Via Asiago di Roma. Eccolo: cappellino rosso, t-shirt bianca a completo over grigio mostrare di continuo il suo sorriso a fianco del conduttore Alessandro Cattelan. Lo stesso che lo aveva annunciato nel 2017, durante le audizioni di X-Factor.
E allora come oggi l’animo dolce e emozionato ha catturato l’attenzione durante l’esecuzione di «Tutte le volte». Un brano triste e caldo allo stesso tempo, che racconta l’incapacità – vissuta dall’artista sulla propria pelle, come ci ha svelato in un’intervista – di separarsi da un amore finito.
Un primo passo, probabilmente, nella discografia italiana, dopo aver inserito nel curriculum un tour con Mahmood come corista e varie esperienze qua e là in quello che lui definisce «dualismo culturale».
Da un lato i genitori africani, piuttosto restii ad assecondare la sua passione musicale a differenza delle sorelle. D’altro canto le giornate belle in oratorio e con gli scout della realtà valgobbina.
Certo, fa male non poter toccare da vicino il mondo di Sanremo e scendere dalle famose scalinate con la presentazione del direttore artistico Carlo Conti, ma nulla da disperare. La strada è lunga. E lui è solo all’inizio.