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Brescia, niente panico: cinque passi per resettare dopo il Sassuolo
16:37 lunedì, 21 ottobre 2024
Brescia, niente panico: cinque passi per resettare dopo il Sassuolo

16:37 lunedì, 21 ottobre 2024

La prima missione è evitare il rischio di farsi travolgere emotivamente dalla pesante sconfitta di sabato. Maran ha ricevuto sostegno da Cellino e Castagnini.

Il calcio è strano e non perde occasione di dimostrarlo. Il calcio è anche bello perché in nessun altro sport di squadra succede che i pronostici possano essere smentiti con tanta regolarità. Però, a volte accade che la natura semplicemente segua il proprio corso e che, dunque il più forte faccia valere la propria forza senza possibilità di replica.

Accettazione

E non c’è dubbio alcuno sul fatto che il Sassuolo sia, anche se la classifica ancora non lo dice del tutto, una squadra di almeno un paio di spanne sopra a tutte le altre. Davvero: non c’entra nulla con la serie B. Né per valori tecnici e nemmeno per fisicità. Visualizzare, e quindi accettare dunque, la legge dei più fortinon può che essere, per il Brescia, il primo passo da compiere per elaborare quello che va agli annali come uno scoppolone storico (5 gol in casa non venivano presi da una gara in serie A contro il Milan) che tuttavia, paradossalmente, non coincide con una brutta figura.

 

Che non c’è stata. E anzi, a un certo punto, sull’1-1, ci si era illusi di potersela battere testa a testa fino alla fine. E invece... E invece non è il male, né la botta, ma purtroppo è il livido. Quello che si deve riassorbire più prima che subito. In teoria, proprio perché al contrario di quanto racconta il 2-5 finale, non c’è stato lo «sbracamento», dovrebbe essere più facile. Ma in pratica, proprio per lo stesso motivo, l’operazione potrebbe anche risultare più difficile. Come è difficile tutto ciò che non ha una immediata risposta razionale. Le statistiche della partita, sono infatti pressoché tutte in equilibrio.

L’analisi

Il Brescia, per arrivare a Cesena prima di tutto nelle condizioni mentali ideali, ha dunque il dovere di focalizzarsi su aspetti positivi che comunque non sono mancati e di riconoscersi le attenuanti generiche date da giocatori che venivano da gestioni fisiche complicate durante la sosta e assenze che hanno limitato la possibilità di scelta e di provare a inventarsi qualcosa. E, si sa, se il Brescia non è al completo (e se in più manca il «cuore» Bisoli), è difficile (serve di più, gennaio dovrà essere un’occasione da cogliere).

 

Concedersi delle attenuanti e razionalizzare, non significa però non analizzare e passare sopra a tutto perché comunque cinque gol, appunto nonostante numeri di partita in equilibrio, sono stati presi. E dopo il micidiale uno-due Volpato-Laurentié sono state concesse troppe facili situazioni alla squadra emiliana che altrettanto facilmente, a esempio, si è ritrovata a firmare l’1-4. Aggiungiamo poi anche la «timidezza» globale del tridente d’attacco del Brescia e una fase difensiva che ha ballato più del solito. Tanto lavoro da fare per Rolando Maran che ha ricevuto subito, da Miami, il giusto sostegno da Massimo Cellino e dal diesse Renzo Castagnini e che è dunque stato messo nelle condizioni di non dover essere preoccupato di malumori e mugugni. Può e deve pensare solo a come «curare l’anima» dei suoi ragazzi. Accettare, razionalizzare, analizzare, appoggiarsi all’affetto dei tifosi, tenere alta l’autostima. Cinque passi per cancellare un «cinque». E ripartire. Non ci sono alternative.

Torniamo sempre lì: la differenza, prima di tutto, l’ha fatta l’essere la squadra straordinaria che è del Sassuolo. Tra l’avvio dominante e quei 2’ nella ripresa nei quali si è impacchettato e portato via la partita. E lo sosteniamo da sempre: per giocarsela contro chi ne ha di più in tutto, il Brescia deve sempre essere oltre al proprio 100% e l’avversaria sotto questa percentuale. La squadra di Maran, alla partita di sabato, ci è arrivato senz’altro con lo spirito e la determinazione (anche il coraggio di un’impostazione a viso aperto), lotta e orgoglio non sono mancati e la riprova è stata nell’«omaggio» finale dei tifosi a una squadra alla quale è stato riconosciuto di aver dato quel che poteva.

 

Non si tratta comunque di voler far passare a tutti i costi il concetto, talvolta urticante, dell’onorevole (se non nella forma, nei contenuti) sconfitta (a esempio, nei contenuti era stata pessima, e per certi versi quasi preoccupante, quella con la Reggiana). Si tratta solo di non farsi travolgere emotivamente, di non iniziare a vedere, dentro quella cinquina dei tarli e dei fantasmi.

Ripartenza