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Andrea Lombardi
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Strage di piazza Loggia, 50 anni dopo: la cerimonia con Mattarella e il racconto completo della giornata
15:12 mercoledì, 29 maggio 2024
Strage di piazza Loggia, 50 anni dopo: la cerimonia con Mattarella e il racconto completo della giornata

15:12 mercoledì, 29 maggio 2024

La celebrazione è stata trasmessa in diretta e raccontata da Giornale di Brescia, Teletutto e Radio Bresciasette. In questo articolo potete trovare tutti gli aggiornamenti: il liveblog è stato realizzato con i collegamenti in diretta della direttrice Nunzia Vallini e gli inviati Andrea Cittadini e Salvatore Montillo.

Le celebrazioni per i 50 anni dalla Strage di piazza Loggia, a cui ha preso parte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono state trasmesse in diretta e raccontata da Giornale di Brescia, Teletutto e Radio Bresciasette. In questo articolo potete trovare gli aggiornamenti della giornata.
Il liveblog è stato costruito in simultanea alla diretta sul canale 16 del digitale, condotta dal vicedirettore Giorgio Bardaglio con Carlo Muzzi in studio, con i collegamenti in diretta con la direttrice Nunzia Vallini e i giornalisti Andrea Cittadini e Salvatore Montillo.

Qui sotto l’indice di tutti i contenuti multimediali disponibili, mentre di seguito trovate il racconto della giornata minuto per minuto (in ordine dal più recente al più risalente).


I contenuti multimediali disponibili:

- la diretta di Teletutto completa
- le reazioni della politica e di Giorgia Meloni; l'intervento di Gian Antonio Girelli
- i discorsi integrali di Sergio MattarellaManlio MilaniEmanuele MoraschiniLaura CastellettiMaurizio Landini e Silvia Peroni
- l'intervento delle studentesse del Fermi di Salò
- il documentario integrale «10 e 12»
- le interviste a Beatrice Bazoli, mons. Pierantonio TremoladaFrancesco Bertoli
- il ricordo nelle lettere dei lettori del GdB e l'inserto speciale in edicola
- iniziative, approfondimenti e memoria: tutti gli articoli di avvicinamento

ore 12 – Mattarella stringe le mani ai sindaci

Prima di lasciare definitivamente il teatro Sergio Mattarella si ferma a stringere le mani dei sindaci bresciani. Lascia il teatro alle 12.

ore 11.40 – Sergio Mattarella sul palco

Il Presidente della Repubblica dal palco del Grande definisce «vile» l'attentato di piazza della Loggia. «Oggi la Repubblica Italiana è Brescia, questo teatro, questa piazza». «Tutti gli italiani che nel 1974 erano cittadini consapevoli ricordano quella terribile giornata - ha detto Mattarella -. I loro nomi sono stati ricordati in piazza, ma voglio ripeterli anche io adesso». Il presidente elenca di nuovo i nomi delle otto vittime della strage, «una rappresentanza della cittadinanza bresciana».

Prima di salire sul palco, Mattarella ha incontrato i familiari delle vittime: «Desidero ricordare anche il loro dolore, e la loro compostezza. Continuano a custodire la memoria e a battersi per ottenere giustizia. Li ringrazio per questo impegno: le loro fatiche sono state fondamentale impulso per la ricerca della verità». Mattarella risolleva gli interrogativi di allora e la paura per la tenuta della democrazia. Elogia la reazione compatta della città: «Brescia rappresentò una speranza per tutto il paese, animato in quel periodo da grandi ideali e spinto però anche da tentativi eversivi».

 

Il presidente ricorda gli episodi di violenza che precedettero la strage di piazza della Loggia, compresa la morte di Silvio Ferrari, il neofascista saltato in aria in piazza Mercato il 19 maggio 1974. «Con la bomba di piazza della Loggia si voleva riportare il paese indietro, a una stagione oscura», ha detto Mattarella. Il presidente ha poi ricordato la matrice neofascista delle altri stragi del periodo della strategia della tensione.

«Dal nuovo filone d'inchiesta su piazza della Loggia potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con pazienza. A volte la risposta della giustizia può apparire lenta, e lo dico ai ragazzi. Ma va ricordato che essa rispetta le garanzie dello stato di diritto».

Oggi, a distanza di anni, conclude Mattarella, «ha prevalso lo Stato». «Anche oggi respiriamo un'atmosfera di tensione, dovuta al difficile contesto internazionale. Ma i valori democratici sono l'unica base a nostra difesa. I tentativi di minare la democrazia vanno respinti».

Il modo per ricordare le vittime della strage è «respingere i predicatori di odio e rivendicare i principi della Costituzione, operando per la libertà e i diritti. L'Italia oggi abbraccia Brescia nel comune ricordo dei suoi martiri, che continuano a ricordare l'impegno per la pace e per la democrazia». Il Presidente conclude il discorso con voce appassionata, il teatro si alza in piedi.

ore 11.30 – Manlio Milani sul palco

Alle 11.30 Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria di Brescia, marito di Livia Bottardi, una delle vittime del 28 maggio, sale sul palco accolto da un caloroso applauso. Saluta Mattarella, le autorità e in particolare Franco Castrezzati.
«Le vittime di piazza della Loggia non sono persone che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono donne e uomini che quel giorno consapevolmente partecipano alla manifestazione per affermare i valori costituzionale della democrazia e dell'antifascismo, percepiti in pericolo dopo gli avvenimenti recenti di quel tempo».

Ricorda la piazza piena di lavoratori e lavoratrici. «La risposta violenta degli eversori neofascisti molto racconta della loro paura. Tentarono di uccidere i sogni. Forte fu la tentazione di reagire con la violenza, ma più forte fu la reazione composta della comunità bresciana che con l'aiuto dei sindacati seppe tenere salda la convivenza democratica».

Milani ricorda l'astio verso le istituzioni democratiche. «Ma fu da quei traumi che si generò la radicata convinzione che la visione mortifera mai avrebbe prevalso sulla vita». Da qui l'impegno instancabile di Casa della Memoria, e prima dell'Associazione dei familiari dei caduti, nella ricerca della verità storica e processuale. Milani accusa chi cercò di ostacolare le ricerche a cominciare «dai gangli incancreniti» degli apparati statali. Il plauso di Milani, che ricorda il percorso di giustizia riparativa da lui intrapreso incontrando diversi terroristi negli anni, va in particolare alla comunità tutta impegnata a ricostruire cosa accadde partecipando alla raccolta di documenti. «Seppure in tempo lunghissimo giustizia è stata fatta. Il cammino non è concluso, ma in questi 50 anni era necessario interloquire con i ragazzi, le scuole e i docenti».

Le sue ultime parole: il valore dell'umanità è il migliore antidoto a ogni stragismo.

ore 11.25 – Emanuele Moraschini sul palco

Il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini, parla di anni che «hanno lacerato per sempre la nostra città sotto mano stragista». Cita Norberto Bobbio e lancia un appello a Mattarella: «Speriamo che la sua presenza qui possa aiutarci a fare ancora più chiarezza». Ringrazia la magistratura e Manlio Milani, accenna alla situazione internazionale di guerra e infine auspica che i ragazzi possano nutrirsi dell'impegno civile di cui Brescia si fa portatrice.

ore 11.16 – Laura Castelletti sul palco

La sindaca di Brescia ringrazia Mattarella per la presenza, oggi, in città. Definisce la Strage come una delle pagine più buie della nostra democrazia. Parla delle persone in piazza quel giorno come dei nostri fratelli. La bomba, dice Castelletti, ha generato cicatrici nella nostra città e «nella cittadinanza intera che ora vuole verità e giustizia. Per noi il 28 maggio è una necessità di ricordo ma anche per le generazioni future».
La sindaca esorta i giovani a conoscere le origini della bomba «affinché non si possa ripetere. Ciascuno deve fare la sua parte. Brescia non ha solo il dovere di ricostruire i fatti ma soprattutto ha l'obbligo di impegno di continuare a ricostruire per il futuro».

«Molti di noi hanno un ricordo personale di quel giorno. Io ero una ragazzina delle medie e mio padre venne a prendermi a scuola per portarmi in piazza poco dopo lo scoppio della bomba per trasmettermi il valore educativo». La ferita del 28 maggio, dice la sindaca, è ancora aperta: «C'è stato un tempo non troppo distante in cui qualcuno ha provato a minare la democrazia. Che invece ha retto». Fare chiarezza, oggi, è fondamentale: «Per questo motivo sono importantissime le sentenze e sono necessarie le indagini dentro lo stato perché mostrano che siamo capaci di indagare sulle nostre derive».

 

Castelletti sottolinea il ruolo di Casa della Memoria nel tenere viva la memoria e aiutare nella ricostruzione. «Il dibattito sugli anni di piombo non può prescindere da quello che qui a Brescia si è cercato di ricostruire». Il lascito, secondo la sindaca, è anche una capacità della cittadinanza ad affrontare il confronto. «Dobbiamo combattere l'estremismo e l'intolleranza in tutte le sue forme. Per noi bresciani è fondamentale fare piena luce sui responsabili della strage anche per mettere un nuovo tassello per il futuro di questo paese».

Conclude così: «Brescia non dimenticherà lo strazio. Presidente, ci tenga nel suo cuore».

Ore 11.05 – inizia la cerimonia

Alle 11.05 inizia la cerimonia al Grande. Sullo schermo comincia la proiezione del documentario 10 e 12. La voce di Franco Castrezzati, il sindacalista della Cisl sul palco il 28 maggio 1974 quando scoppiò la bomba, accompagna le prime immagini: foto d'epoca restaurate e rese a colori, mai viste prima così, in un montaggio di forte impatto. Il suono dei violini si alterna alla voce di Castrezzati, in audio originale, e alle sirene delle ambulanze.

ore 11.02 – Mattarella entra al Grande

L'ingresso di Mattarella al Grande è accolto da uno scroscio di applausi. Tutte le persone si alzano in piedi, il presidente prende posto in prima fila e il coro attacca l'inno di Mameli.

ore 10.53 – si prende posto

Al Grande prende posto in prima fila in teatro la sindaca di Brescia Laura Castelletti. Con lei decine di sindaci della provincia.

ore 10.48 – un applauso ininterrotto

Accolto da uno scrosciante applauso e dai ringraziamenti per la sua presenza, Mattarella ha raggiunto la stele ai caduti con compostezza e rispetto, sistemando i nastri dell’omaggio floreale e inchinandosi prima di salutare.

Ha accennato un saluto alla piazza, a Franco Castrezzati e quindi si è prontamente avviato al Teatro Grande. Qui incontrerà i familiari delle vittime. In sua presenza, l’applauso non si è mai interrotto.

ore 10.46 – Mattarella in piazza

ore 10.41 – al Grande prendono posto

Alle 10.41 i presenti al teatro Grande vengono invitati a prendere posto in vista dell'arrivo di Mattarella. Lo schermo sul palco mostra la foto dello scoppio della bomba del 28 maggio 1974. In platea sono seduti numerosi sindaci della provincia di Brescia, le autorità civili locali, i rappresentanti delle forze dell'ordine, parlamentari. Sui palchi e in galleria, oltre ai giornalisti e alle telecamere, ci sono gli studenti.

ore 10.38 – i corazzieri in piazza

ore 10.34 – in piazza anche Salis

«Un sito neonazista ungherese ha pubblicato oggi l'indirizzo dove mia figlia sta scontando gli arresti domiciliari». Lo ha detto Roberto Salis, il papà di Ilaria Salis, presente oggi a Brescia per la commemorazione della Strage di Piazza Loggia. «Venerdì - ha ricordato il papà di Salis - in un'udienza il giudice aveva reso pubblico l'indirizzo chiedendo che non fosse diffuso dalla stampa».

ore 10.33 – la lettera di Beatrice Bazoli

Beatrice Bazoli, figlia di una delle vittime, ha invece affidato il suo pensiero a una lettera letta da don Fabio Corazzina. «Oggi farò un discorso personale e intimo. Partendo da due parole che da 50 anni non pronuncio più: "Ciao mamma”. Semplici e banali, mi sono rimaste in gola fino a oggi. Sono cresciuta con un’ala spezzata».

ore 10.20 – Landini sul palco

L’intervento di Cgil, Cisl e Uil è stato affidato subito dopo gli otto rintocchi di orologio al segretario generativo Cgil nazionale, Maurizio Landini (mentre rappresentanti del centro sociale Magazzino47 si facevano sentire sul fondo della piazza). «50 anni fa le otto vittime erano qui in questa piazza gremita di giovani. Volevano affermare i valori antifascisti della democrazia e della costituzione, proiettando i valori nel futuro, per una società aperta e inclusiva che riconoscesse il valore del lavoro e la dignità della persona. Voglio ringraziare tutte le istituzioni sindacali e Casa della Memoria per non aver mai ceduto di fronte ai depistaggi per sostenere i valori di democrazia e verità. La strage di Brescia si colloca nel pieno della stagione del terrorismo neofascista: questa è la verità da ribadire», ha detto.

«Avvenne a Brescia e colpì il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, perché è qui e in quel momento che si stavano estendendo i diritti. La costituzione stava arrivando dentro alle fabbriche».

Ha parlato anche delle stragi sul lavoro: «Non dobbiamo tacerne perché sono stati lo sfruttamento e la non tutela dei diritti ad averci portato qui. Mattarella il primo maggio ha ricordato che il lavoro non è una merce».

Il diritto al lavoro è diritto alla scuola, alla sanità, alla conoscenza, dice. «Il modo migliore per ricordare chi ha perso la vita è dire chiaramente che la nostra carta costituzionale non va cambiata: va realizzata in tutte le sue parti, valori e principi, per unire il paese e non dividerlo. Il valore fondamentale che dovrebbe farci riflettere? Non è un caso che chi ha fatto la resistenza abbia ritenuto importante scrivere nella costituzione che il nostro è un Paese che ripudia la guerra» riferendosi alla situazione del popolo palestinese. «È il momento della pace».

ore 10.17 – Mattarella è atterrato

L’aereo, decollato da Roma, su cui viaggia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è atterrato all’aeroporto di Montichiari.

ore 10.12 – i rintocchi rompono il silenzio

ore 10.08 – il ricordo delle vittime, nome per nome

ore 10.04 – l’omaggio in musica

Ad accompagnare l’omaggio delle istituzioni, che hanno depositato una corona alla stele in ricordo delle vittime, la musica di una giovanissima studentessa del liceo Fermi, italiana di seconda generazione che ha dedicato il suo brano in lingua araba alla memoria delle vittime della Strage, citandone i nomi.

ore 10 – il messaggio del ministro Piantedosi

«Il 28 maggio 1974 costituisce una ferita profonda nella storia del Paese. La ferocia e la violenza dell'ignobile disegno eversivo colpirono vittime innocenti nel tentativo di minare le basi della democrazia. Una strategia del terrore a cui l'Italia seppe rispondere unita, stringendosi nella difesa dei valori di libertà e giustizia su cui si fonda la nostra Repubblica. Il ricordo dei tragici eventi che colpirono la città di Brescia è ancora oggi vivo nelle coscienze di tutti e rappresenta, per le nuove generazioni, un monito a opporsi con coraggio a ogni forma di odio e di violenza». Lo ha dichiarato il ministro dell'interno, Matteo Piantedosi.

ore 9.55 – istituzioni in corteo

Al corteo si stanno per affacciare anche le istituzioni cittadine e provinciali, capitanate dalla sindaca e dal presidente della provincia Emanuele Moraschini. Con loro, oltre agli assessori, anche Manlio Milani di Casa della Memoria, il vescovo Pierantonio Tremolada e i familiari delle vittime.

Insieme a loro anche Franco Castrezzati.

ore 9.45 – folla sotto i portici

Alle 9.45 c'è coda sotto i portici di corso Zanardelli per entrare al teatro Grande, dove alle 11 comincia la cerimonia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Moltissimi gli studenti bresciani invitati ad ascoltare il discorso del capo dello stato. In fila anche sindaci della provincia, politici locali e imprenditori.

ore 9.37 – Beatrice Bazoli

Beatrice Bazoli, figlia di una delle vittime: «Qui sento la presenza di mia mamma, una presenza consolatoria e non dolorosa come negli ultimi 50 anni. Una perdita che mi ha segnato: ho scritto una lettera aperta alla città per condividere questo trauma e recuperare quanto di bello ho ricevuto. Ho smesso di cancellare i ricordi».

ore 9.34 – la sindaca Castelletti

Mentre in piazza prosegue il corteo, i familiari delle vittime hanno incontrato la sindaca Laura Castelletti all’interno di Palazzo Loggia. «È stato un momento emozionante, a porte chiuse», ha raccontato la sindaca uscendo. «Abbiamo condiviso molti ricordi. Siamo stati insieme e ci siamo detti come avremmo vissuto questa giornata. Un clima intimo».

Ai microfoni di Teletutto ha ricordato come nel 1974 il clima fosse greve. «Furono anni duri, di scontri… Chi era in piazza quella mattina stava dicendo il proprio "no" alla strategia della tensione, che era altissima. Oggi sono 50 anni e avere qui il presidente Mattarella è importante perché rappresenta la trasparenza del percorso processuale che porta alla verità. Io ero in seconda media, si sentivano le sirene delle ambulanze, la mia scuola era sulla traiettoria dell’ospedale. Ci mandarono a casa e mio padre mi portò subito in piazza per mostrarmi cosa stesse succedendo. Per esserne parte».

In piazza sono arrivati anche Emilio Del Bono e Giorgio Gori.

ore 9.33 – la nota di Fim Cisl

«Sono passati 50 anni da quel 28 maggio 1974, quando una criminale bomba neofascista esplose a Brescia in Piazza della Loggia mentre parlava il segretario generale della Fim Cisl bresciana Franco Castrezzati, durante una manifestazione dei sindacati e dei comitati antifascisti contro il terrorismo nero: otto persone persero la vita e molti furono i feriti. Quell'attentato terroristico, di cui fu subito chiara la matrice neofascista (come confermarono le rivendicazioni e le indagini) fu eseguito materialmente e ordito politicamente all'interno di un chiaro disegno autoritario; fu un'azione eversiva che aveva come bersaglio la convivenza civile, la partecipazione, la libertà politica e sindacale».

Lo afferma in una nota il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano, aggiungendo che «il 20 giugno 2017, dopo decenni di indagini, la giustizia italiana sembra aver messo finalmente la parola fine all'accertamento della verità sulla strage di Brescia. La Corte di Cassazione ha dichiarato colpevoli in via definitiva Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte».

ore 9.29 – Mattarella è partito

Il Presidente della Repubblica sta partendo ora da Roma per raggiungere Brescia. Il Capo dello Stato raggiungerà l'aeroporto di Montichiari a bordo di un volo di Stato: l'Airbus 319 del 31° Stormo dell'Aeronautica Militare sta lasciando Ciampino proprio in questi istanti

ore 9.13 – Tremolada e Milani in piazza

In piazza anche il vescovo Pierantonio Tremolada: «Oggi è una giornata di ricordo: siamo portatori di una memoria indelebile che dobbiamo custodire, per costruire un futuro senza violenza».

ore 9.07 – Landini in piazza

Arrivato in piazza Loggia anche Maurizio Landini, segretario della Cgil che parlerà sul palco, che al microfono di Andrea Cittadini ha detto: «La commemorazione della Strage testimonia quanto sia importante il ricordo, nel nome della Costituzione. Una testimonianza in cui Brescia è capofila, ma che trova voce in tutto il Paese».

ore 8.30 – Messa al Vantiniano

Alle 8.30 Piazza della Loggia è già piena. L’atmosfera è di pacata e rispettosa partecipazione: il vociare è sommesso e piano piano si sta alzando. Dopo la messa al Cimitero Vantiniano, infatti, è il momento del lungo e sentito corteo delle associazioni cittadine, dei sindacati e dei partiti politici. Guidati dalla voce di don Fabio Corazzina, hanno deposto omaggi floreali e alzato gli stendardi di fronte alla stele che ricorda le otto vittime dell’attentato.

I primi a sfilare sono stati la Federazione lavoratori della conoscenza FLC di CGIL, le Acli provinciali, l’Associazione dei lavoratori a lavoro con Brescia, Alleanza Verdi e Sinistra, il Gruppo amicizia Italia Cuba e il Circolo bassa bresciana. Dopodiché il cammino è proseguito con Emergency, ARCI, FIAB, licei e scuole.