16:26 giovedì, 15 febbraio 2024
Il patron del Brescia tra presente e futuro: «Il rinnovo di Cistana andava fatto, Borrelli verrà riscattato. Maran? Non ricordavo il tempo di avere un allenatore vero».
L’uomo che ha fatto della scaramanzia una ragione di vita, ieri mattina aveva già capito tutto. Ha atteso il verdetto del gup con il sorriso e comprando due casse di arance, «so che si portano ai detenuti, ma queste fanno del bene», ad un banchetto dell’Ant, Fondazione nazionale tumori, allestito in tribunale. E ha parlato tanto di calcio, prima, durante e dopo l’udienza.
Presidente, chiusa questa vicenda giudiziaria è arrivato il momento di pensare di più alle questioni di campo?
«Non è che ultimamente non ho pensato al calcio. Ho dovuto trovare il tempo di farlo».
Perché non ha rinforzato la squadra a gennaio?
«Avrei voluto prendere un terzino sinistro, ma i due che abbiamo sono rimasti in rosa. Avrei volentieri fatto l’investimento da un milione e 200mila euro per un esterno d’attacco argentino (Coccaro, ndr), ma ce lo hanno soffiato».
Però è arrivato il rinnovo di Cistana...
«Andava fatto. Soprattutto per il momento delicato a livello ambientale. Ho detto al ragazzo che era giusto continuare insieme. Poi penserà al futuro. Intanto pensi a recuperare bene dall’infortunio».
A proposito di singoli, Borrelli sarà riscattato?
«Sicuramente. Il riscatto è da fare. Avrei già voluto chiudere a gennaio, ma non sono riuscito. È un passaggio fondamentale anche perché questa squadra il prossimo anno con tre innesti può puntare alla serie A».
Rolando Maran l’ha sorpresa?
«Non mi ricordavo il tempo di avere un allenatore vero. Nessuno escluso. Con lui sono andato sul sicuro, è come la carne di manzo. Sai cosa mangi. In altri casi mi sono trovato a fare i conti con il macinato senza sapere cosa c’era nel piatto».
Quando guarda la classifica, l’occhio va ai play off?
«Si pensa ai play off, ma io mi guardo sempre dietro. Soprattutto dopo l’anno scorso».
Capitolo stadio. Ci sono novità?
«Era giusto incontrare la sindachessa (Cellino la chiama così, ndr) perché la questione veniva affrontata solo sui giornali. Se si vuole essere realistici Mompiano è l’unica soluzione».
Il tifo organizzato non è favorevole all’idea che lei compri lo stadio.
«Non so perché. La gente pur di parlare dice qualsiasi cosa. Qualcuno poi si vuole fare pubblicità. Io non so cosa dire perché la questione è in una fase embrionale, ma Comune e Brescia Calcio devono prendersi in carico la questione. La città lo merita».
E sulla società, vuole vendere?
«È un tema attuale. In un calcio moderno non si può più avere un uomo solo come proprietario».
Ci sono trattative in corso?
«Sto dialogando con qualche fondo per vendere o per fare entrare nuovi soci. I singoli non possono più permettersi di tenere una squadra di calcio e tanto meno sovraesporsi mediaticamente»